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Motta @ PEM!

di Gianluca Talento (foto e testo)

Il 1° settembre 2020, ha preso il via, nonostante il Covid, ma rispettando in modo tassativo le regole e le misure di sicurezza, la 15^ edizione di PEM! Parole e Musica in Monferrato. Come sempre magistralmente diretta e condotta dal giornalista Enrico Deregibus, la rassegna è partita vedendo salire sul palco il primo artista di quest’anno: Motta. Con la cifra stilistica che contraddistingue questo format ormai collaudato, l’artista si è raccontato nelle sue mille sfaccettature. Instradato in un racconto attraverso le domande del giornalista, Motta ha raccontato gli esordi il suo approccio al palco, l’appoggio della madre nel dedicarsi alla musica, il suo lavoro di fonico che gli ha permesso la ricerca del suono e delle sonorità (“Il fonico finge soltanto di alzare ma il cantante sente bene lo stesso… si tratta di una richiesta di un abbraccio”), la collaborazione con Riccardo Sinigallia, la non facile partecipazione a Sanremo. Tutte questi aspetti, aneddoti e spaccati di vita personale e professionale/artistica sono stati raccolti in un libro che ha presentato sul palco del PEM!: “Vivere la musica” con il sottotitolo “Affrontare gli ostacoli, i cattivi maestri e le folli regole del gioco”. Da ciò si percepisce, anche sentendolo parlare, la gavetta che ha dovuto affrontare, i no ricevuti e la ricerca di una propria identità che lo ha fatto emergere. Nella sua disquisizione articolata si percepisce la cruda genuità dell’artista che è persona e non personaggio, a volte con un linguaggio colorito che come sottolinea Deregiubus è tipico della veracità di un toscano. Tra uno slot di intervista e l’altra esegue i brani: “Abbiamo vinto un’altra guerra”, “La fine dei vent’anni”, “Sei bella davvero”, “Mi parli di te”, “La nostra ultima canzone”, “Dov’è l’Italia”. Motta ha voluto più cantare che parlare, perchè come è giusto che sia, i cantautori veri, quelli bravi, parlano con le canzoni e chiude in maniera eclettica come fa in tutti i suoi concerti con “Non a Nottingham”. Un artista serio che come sottolinea “Quando non faccio canzoni rido un botto”, che il pubblico ha apprezzato anche quando ha parlato delle polemiche sulle discoteche, sui tormentoni estivi e sulla quarantena che lo hanno fatto letteralemente incazzare. Motta è così o lo si ama o lo si odia, nelle sue riflessioni misurate e colte e nelle sue esternazioni colorite, ma la gente vera non ama la perfezione e come giustamente lo stesso cantautore ha sottolineato nell’intervista “Spesso è l’errore che ti fa innamorare di qualcosa, non il perfezionismo” riferendosi alla musica ed in questo caso il diretto interessato, inconsapevole, di tale affermazione è proprio lui.

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Roy Paci @ PEM!

di Elia Cattaneo (foto)

Martedì 17 settembre 2019 è salito sul palco di Parole e Musica in Monferrato Roy Paci. Il trombettista siciliano è stato intervistato magistralmente dal giornalista Enrico Deregibus. Il pubblico numeroso ed entusista ha seguito attentamente il botta e risposta per carpire e capire qualche cosa in più dell’uomo e dell’artista. Non sono mancati i momenti divertenti in cui mettendosi a cantare Roy non si ricordava il testo della canzone “Augusta”. Così si è fatto costruire un gobbo di fortuna scritto sul retro delle locandine del PEM!: tutto ovviamente fatto con professionalità e maestria di chi sa tenere il palco. Tra gli altri brani eseguiti “Malarazza” ed una accattivante versione di “Beautiful like a sunshine”. Musicalmente impeccabile, a livello canoro quasi in stile “buscaglioniano” accompagnato dal pianista Antonio Amabile, mentre alla tromba ed al flicorno, straordinariamente… Roy Paci.
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Giovanni Truppi @ PEM!

di Gianluca Talento (foto)

Martedì 3 settembre 2019 è salito sul palco del PEM! Giovanni Truppi. Cantautore napoletano di nascita, ma ormai romano d’adozione da circa quindici anni, si è raccontato nel perfetto stile della rassegna, tra parole e musica. Intervistato dal giornalista Enrico Deregibus si sono descritti vari aspetti dell’attività dell’artista focalizzando soprattutto l’attenzione sul suo ultimo lavoro, in cui ha messo in campo senza paura l’emotività ed il sentimento. Il viaggio è stato un susseguirsi di fonetica e suoni, partendo da vocaboli che potessero catturare l’attenzione, come si fa coi bambini e facendosi portare per mano nei luoghi dell’anima e del mondo che ci circonda: una sublimazione lenta verso concetti filosofici e di ampio respiro, come l’essere umano sa fare, quando vuole.
La serata è stata un concentrato di fotografie di vari aspetti in cui il cantautore è stato narratore attento. Giovanni Truppi è un artista eccezionale, che canta e suona in un modo tutto suo, perchè l’arte in ognuno di noi ha i suoi registri: per il momento che stiamo vivendo, farci illuminare il cammino da persone così, non è solo una possibile scelta, ma una necessità.
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