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Niccolò Fabi @ Politeama Genovese

di Sandra Pecchioli (testo) e Guido Nardacci (foto)

Ore 24. Per la paura che si affievoliscono le migliaia di emozioni che stasera hanno ripetutamente affollato il mio animo, scrivo adesso la recensione del bellissimo, emozionante, toccante concerto che Niccolò
Fabi ha tenuto oggi, 13 gennaio 2020, al Teatro Politeama Genovese (non si sa mai, magari domattina potrei ritrovarmi di colpo nel mondo reale ed accorgermi di aver vissuto stasera solo un sogno meraviglioso, di un mondo delicato, pieno di suoni e luci, dove fanno da padroni i sentimenti, belli, brutti, dove c’è sempre una speranza, una luce in fondo al tunnel).
Il concerto di Niccolò stasera, è stato proprio questo: un angolo di paradiso per tutte le persone presenti, tutte avvolte in un’atmosfera magica, tutte consapevoli d’essere accomunate dallo stesso destino di
essere uomini, e tutte speranzose perché comunque “basta avere una memoria ed una prospettiva, a prescindere dal tempo non è finita”, come Fabi ribadisce con la sua “A prescindere da me”, la canzone d’apertura della serata.
Stasera ha emozionato. Ci siamo commossi.
Si sono susseguite “Amori con le ali” ed “Io sono l’altro”, due perle di “Tradizione e tradimento”, il suo ultimo album; nella prima, con un elenco di più o meno strampalati mezzi di trasporto, li ringrazia per avergli permesso di muoversi, di aver conosciuto ed aver creato “la giusta distanza” da qualcosa, da qualcuno per potersi finalmente ritrovare, sentire sé stesso; nella seconda, un invito a non giudicare l’altro, il diverso, il “contrario” di noi, ciò che non conosciamo, fino ad invitarci ad indossare i suoi vestiti e farci un giro.
Delicato e posato, entra in punta di piedi sulla scena, gli spettatori estasiati dai giochi di luce sul palco e dalle sei “finestre” ritagliate sulla parete scura dello sfondo, dalle quali spuntano scorci di panorami, fontane traboccanti, vulcani eruttanti e persino volti di quadri famosi, da Renoir a Modigliani fino a Frida Kalho che illustrano la canzone “Solo un uomo”; a questa, si giunge passando da brani come “I giorni dello smarrimento”, “Nel blu”, dove si passa dalla pesantezza dei momenti di sconforto alla rinnovata e ritrovata forza in sé stessi, magari aiutati da una mano amica.
È un uomo Niccolò, sofferente come tanti, con le sue gioie e dolori, che ricerca incessantemente le cose che contano davvero, quelle alla fine più semplici, come rammenta in “Una somma di piccole cose”; “Facciamo finta” è una piccola poesia struggente, ed insieme a “Filosofia agricola” rafforzano questo concetto, mentre gli spettatori sono sempre più rapiti dalla sua voce pulita e delicata.
In “È non è” ci porta sempre a cercare uno stimolo per il cambiamento, osservando attentamente il nostro vivere, ci invita a riflettere; dopo la splendida “La promessa”, si susseguono “Solo un uomo”, “Una buona idea”, “Indipendente” ed “Ecco”, dove il cuore ti si spacca quando lui chiede di non essere ripreso da nessun telefonino, perché quell’attimo intimo deve rimanere tutto nostro.
Per Niccolò “Vince chi molla” lasciando tutto fluire, pure il dolore, e la commozione prende il sopravvento, gli applausi annegano il resto dei suoni, in tanti si alzano in piedi.
Continua il viaggio, con pezzi quali “Una mano sugli occhi”, “Costruire”, “Scotta”, fino a che “Tradizione e tradimento” mostra come spesso ci possiamo trovare di fronte a certe scelte, a volte sbagliate, a volte pronte a chiedere il conto, con la paura del nuovo, con il terrore del cambiamento che ti blocca come “un uomo che davanti ad un citofono non ricorda più il cognome”.
Chiude il concerto con tre pezzi “storici”, “Vento d’estate”, con la partecipazione di Roberto Angelini e Pier Cortese, “Il negozio d’antiquariato” e “Lasciarsi un giorno a Roma”. Lascia nel cuore un bel
segno Niccolò, sa raccontarci l’uomo nelle sue molteplici fragilità, denudandosi per mostrarci le sue, in un viaggio intimo che il teatro ospita in modo eccelso; luci e suoni fusi straordinariamente in un tutt’uno capace di trasformare il Politeama in un’alcova comune di sentimenti ed emozioni dalle quale nessuno dei presenti si è sentito di escludersi.