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Nada @ PEM

di Stefano Introvigne (foto e testo)

Nada Malanima, o anche solo Nada, è l’ospite di P.E.M. Parole e Musica in Monferrato, che venerdi 3 settembre ha coinvolto il paese di Balzola. Sul palco, con il direttore artistico Enrico Deregibus anche il giornalista Alessandro Rosa, che insieme alla cantante livornese hanno intrattenuto il numeroso pubblico intervenuto. Dalle origini artistiche fino alle pubblicazioni recenti del suo ultimo libro, Nada ripercorre la sua carriera artistica iniziata in giovanissima età quando a soli quindici anni calca il palco di Sanremo con il brano “Ma che freddo fa”, singolo che la fa conoscere al grande pubblico anche all’estero, soprattutto in Spagna e Giappone. Accompagnata alla chitarra dal maestro Andrea Mucciarelli, si esibisce in alcuni dei suoi brani più famosi tra cui anche “Amore disperato”, che uscito nel 1983, mantiene ancora oggi una carica energica eccezionale. Alcuni accenni alla sua attività di autrice musicale per altri artisti, da Ornella Vanoni a Claudio Baglioni fino ad arrivare recentemente a Cristina Donà. Ottima scrittrice di romanzi e saggi, tra i quali il suo ultimo successo letterario “Materiale domestico” nel quale racconta in maniera spiritosa e leggera la sua vita artistica tra lavoro e famiglia. Nada al termine della serata si concede ai suoi fans per autografare dischi, libri e per le foto di rito. Una bella serata con un’ artista che rispetta sempre le grandi aspettative del suo pubblico.




Intervista a COMA_COSE

di Paola Dellagiovanna (testo e domande)

Ad un mese dal Festival di Sanremo 2021 in cui sembrava  che per loro la classifica fosse un oscuro presagio, in realtà la canzone “Fiamme negli occhi” è diventata disco d’oro e la tendenza è quella di far crescere di molto ancora le vendite. Loro sono i COMA_COSE e noi li abbiamo intervistati.

  • Quanto conta per voi poter stare vicini sul palco e quanto secondo voi influisce sull’esibizione? Gli unici a poterlo fare in questo anno particolare

    • Ovviamente conta tantissimo! Per quella che è la nostra storia umana oltre che di coppia, fare le cose insieme è una fortuna gigantesca. Sicuramente l’alchimia che abbiamo nella vita di tutti i giorni è una chiave importante per le nostre esibizioni e probabilmente questo è un piccolo vantaggio.

  • Il vostro è un genere poco “Sanremese”, come vi siete trovati in questo ambiente?

    • E’ stato ed è abbastanza divertente. Certo non proprio una cosa che rifaremo 6/7 volte ma una cosa che specie in una edizione attenta alle novità come questa ci diverte molto.

      Ovviamente è anche molto stancante tutta la parte di interviste e ma siamo felici di raccontare la nostra storia.

  • Quali progetti avete ora, considerata l”impossibilita di esibirsi live e promuovere progetti musicali dal vivo?

    • Sicuramente il 16 aprile uscirà il nostro prossimo album che si chiamerà Nostralgia.

      E’ un progetto abbastanza Punk, abbastanza lontano da fiamme negli occhi. Andremo a toccare dei temi diversi e siamo felici di farlo!

      Siamo quelli della canzone romantica ma anche quelli de La rabbia o guerre fredde.

      Per quanto riguarda il live cerchiamo di essere ottimisti augurandoci di tornare presto sui palchi del paese.

      Sarebbe una boccata d’aria per un settore che ha sofferto moltissimo questo anno di Pandemia.

 




LUCIANO LIGABUE: dal 30 marzo in edicola “ORA E ALLORA”, la discografia completa del Liga in un cofanetto da collezione!

di info@paroleedintorni.it –

LIGABUE

“ORA E ALLORA”

DAL 30 MARZO LA DISCOGRAFIA COMPLETA IN UN COFANETTO DA COLLEZIONE

Per la prima volta, i 23 album del Liga, da “Ligabue” a “7”, disponibili in una straordinaria collana in formato maxi Digipack con contenuti esclusivi ed un’intervista inedita

Una spettacolare collana per celebrare uno degli artisti italiani più amati: “Ora e allora” è il titolo del cofanetto da collezione che raccoglie la discografia completa di Luciano Ligabue. Un’occasione unica e imperdibile per tutti i fan di rivivere le emozioni delle sue canzoni e la storia di questo grande artista.

Successo dopo successo, la collana, in edicola a cadenza settimanale a partire dal 30 marzo, ripercorre le tappe della straordinaria carriera di Ligabue, con tutti gli album da studio, i live e le colonne sonore composte dal grande rocker nel corso dei suoi 30 anni di carriera, dal primo album del 1990 all’ultimo del 2020. 23 pubblicazioni (15 CD, 3 CD doppi, un CD triplo, 3 CD+DVD e un DVD) di un’elegante edizione impreziosita da contenuti esclusivi. Ogni uscita, per la prima volta in un formato inedito maxi digipack (15×15 cm), conterrà un libretto arricchito da foto e interviste inedite in cui l’artista racconterà la sua storia e la nascita dei brani più amati. La prima uscita sarà accompagnata anche da un cofanetto per raccogliere l’intera discografia.

A dare il via alla collana il 30 marzo sarà naturalmente l’album di debutto “Ligabue”. Uscito per la prima volta l’11 maggio del 1990 per Warner Music Italy, quando il rocker aveva 30 anni, fu l’album della svolta artistica e dei primi grandissimi successi (Balliamo sul mondo, Piccola stella senza cielo, Non è tempo per noi, Bar Mario). Con un sound sorprendentemente maturo, l’album è stato uno degli esordi di maggior successo nella storia della discografia italiana, dominando anche l’airplay delle radio italiane. Gli undici brani contenuti in questo disco, prodotto da Angelo Carrara, sono fortemente rappresentativi del mondo sonoro e dell’immaginario di Ligabue.

Il primo album è sempre un atto di incoscienza: è venuto come è venuto per una serie di circostanze fortuite o forse per un disegno del destino” racconta Ligabue nell’intervista contenuta nel libretto del primo CD in uscita “È stato registrato in soli venti giorni, non ero mai entrato in una sala d’incisione. Il risultato è la combinazione tra un po’ di sana incoscienza e un approccio quasi punk. Dal punto di vista sonoro sono convinto che quel disco si sia fatto notare perché non era un album curato all’estremo o troppo levigato. Questa caratteristica è stata in realtà il suo punto di forza”

La seconda delle 23 uscite di “Ora e allora” sarà “Lambrusco coltelli rose & pop corn” il 6 aprile, per finire il 31 agosto con l’album “7”. La collana raccoglie anche i live, esperienza che per pochi artisti è così tanto importante quanto per Liga, che vede nel contatto diretto con il pubblico il senso più ampio e la celebrazione più autentica della sua carriera. 

Fin dal suo primo lavoro Ligabue ha dimostrato di possedere un’attitudine rock unita a una finezza narrativa di scuola cantautorale. Questo particolare connubio, che lo ha accompagnato per tutta la sua formidabile traiettoria artistica, è stata la sua forza e ciò che lo ha reso popolare, fino a diventare uno degli artisti italiani più amati da intere generazioni.

La discografia completa di Ligabue arriverà in edicola dal 30 marzo, a cadenza settimanale. Questo il piano delle uscite:

  • Ligabue (1990)
    30 marzo
  • Lambrusco coltelli rose & pop corn (1991)
    6 aprile
  • Sopravvissuti e sopravviventi (1993)
    13 aprile
  • A che ora è la fine del mondo? (1994)
    20 aprile
  • Buon compleanno Elvis (1995)
    27 aprile
  • Su e giù da un palco (1997) (2 CD)
    4 maggio
  • Radiofreccia (1998)
    11 maggio
  • Miss Mondo (1999)
    18 maggio
  • Fuori come va? (2002)
    25 maggio
  • Giro d’Italia (2003) (2 CD)
    01 giugno
  • Nome e cognome (2005)
    08 giugno
  • Primo tempo (2007) (CD + DVD)
    15 giugno
  • Secondo tempo (2008) (CD + DVD)
    22 giugno
  • Sette notti in arena (2009) (CD + DVD)
    29 giugno
  • Arrivederci, mostro! (2010)
    06 luglio
  • Campovolo 2.011 (2011) (3 CD)
    13 luglio
  • Mondovisione (2013)
    20 luglio
  • Giro del mondo (2015) (2 CD)
    27 luglio
  • Giro del mondo (2015) (DVD)
    03 agosto
  • Made in Italy (2016)
    10 agosto
  • Made in Italy – Colonna Sonora (2018)
    17 agosto
  • Start (2019)
    24 agosto
  • 7 (2020)
    31 agosto



Intervista a Roberto Scarpa

di Paola Dellagiovanna (testo) e Gianluca Talento (foto copertina)

L’alessandrino Roberto Scarpa, tecnico professionista di teatro, in questi mesi di lockdowd, non si è arreso alle difficoltà enormi che sta vivendo il mondo dello spettacolo, anzi ha cercato nuovi spunti e collaborazioni per non far scomparire la cultura dalla città di Alessandria. Scarpa ha iniziato a intraprendere questa carriera nel febbraio del 1985 tramite un corso per macchinisti teatrali organizzato dall’azienda teatrale alessandrina che gli ha dato nozioni importanti riguardanti la materia teatro: spazio scenico, carpenteria, maschere, azioni di scena, ruoli di scena, sartoria, scenografia. I due anni di full immersion vissuti insieme ad altri 14 colleghi, si sono conclusi con uno interessante e importante stage a Londra nei laboratori a Covent-Garden di Griffin. «In seguito ho avuto la possibilità di lavorare in tutti i laboratori lirici di Alessandria che sono stati fatti con orchestra, costruzione e montaggio scene, prove e realizzazione dell’opera e tournee delle opere (Mare nostro, Madama Butterfly, Turandot e molte altre) – Spiega Scarpa -. Sono stato fortunato perché ho vissuto una grande esperienza e mi sono potuto confrontare con dei macchinisti e tecnici veramente bravi. Da lì, il mio cammino mi ha portato a lavorare a Milano in tournée come quella “Le donne di casa soa” con la grandissima Lucilla Morlacchi. Ho lavorato anche come elettricista in tour musicali: Irene Grandi, Daniela Mercury, Elio e le Storie Tese, al Bordighera Jazz con Amii Stewart e altri che si sono susseguiti negli anni». Roberto Scarpa ha collaborato con diversi service, si è specializzato sia in luci che macchinismo. Fino al 2010, anno della sua chiusura a causa della dispersione di amianto causata da una ditta che doveva svolgere dei lavori, Scarpa è stato Responsabile di palco al Teatro Comunale di Alessandria. Nonostante sia riuscito a trovare un lavoro di ripiego, il tecnico ha proseguito non ha mai abbandonato la sua passione che lo ha portato da giovane al mondo del teatro e dello spettacolo. Come spiega lui stesso, anche il lockdown a causa della pandemia Coronavirus ha rappresentato una battuta di arresto per il mondo teatrale, «Ha rappresentato un azzeramento di tutte le professionalità legate allo spettacolo. Tutti stanno vivendo una situazione drammatica perché il teatro non si muove, come i concerti. Io continuo a mantenere i contatti con i colleghi e posso testimoniare quanto sia drammatica la situazione. Perderemo molti tecnici e persone che hanno dato tutto per questo lavoro, ma che ora devono cercarsi altri impieghi per sopravvivere e pagare i conti, mantenere la famiglia. Un’esperienza veramente disastrosa». La speranza per Scarpa è che i teatri piano piano riaprano anche con il contingentamento degli ingressi «ma mettendoci tutti d’accordo sul fatto che le esigenze artistiche devono andare un po’ a scemare. Il business dello spettacolo si deve ridurre come numero di produzioni, e non solo, altrimenti i teatri che ne fanno ospitalità non riusciranno con il pubblico ridotto a portarsi a casa il costo dello spettacolo. Deve esserci un ridimensionamento totale che non andrà a toccare le buste paga dei tecnici. Come altri, sto provando a fare delle stagioni estive. Ho iniziato a collaborare con Monica Massone di QuizzyTeatro con cui si proverà a fare una piccola stagione con due o tre spettacoli, per cercare di tenere alto il nome del “Teatro estivo”. Ovviamente le difficoltà sono molte: paure, pochi soldi e rapporti difficili con i Comuni. Sarà necessario accontentarsi e non pensare di realizzare spettacoli sfarzosi». Alessandria sta vivendo una situazione doppiamente difficile a causa di un teatro chiuso da 10 anni, una struttura che ospita ancora dell’attrezzatura e che ha dato i natali a tantissime persone e professionisti che si sono inseriti nel mondo dello spettacolo «E’ triste pensare che un teatro così, dove si produceva e si facevano anche laboratori lirici, che una struttura del genere, dove si sfornano talenti e si fa cultura, sia chiusa. I giovani e i nostri figli senza un teatro come quello, senza un posto (oltre alle scuole di danza e teatro) dove poter assistere alle prove ed alla nascita di spettacoli, opere, avranno difficoltà ad appassionarsi a questo magico mondo».

Roberto Scarpa aggiunge in seconda battuta che “si sta riscontrando in questa ripartenza è una superficialità tecnica con la quale si affrontano gli spettacoli,per sopravvivere si fanno eventi con pochi soldi per le produzioni che chiaramente limitano le aspirazioni tecniche,per portare a casa lo spettacolo si fa il minimo di quello che si potrebbe fare. Questo limita chiaramente tutte le competenze tecniche che uno vorrebbe mettere in campo pur di andare in scena.i service pagati poco mettono giustamente nel furgone il minimo indispensabile,perchè tutto si chiude come un imbuto sulla pelle di chi lavora e affitta il materiale.E questo porta ad un annientamento delle professionalità si è arrivati e lo si vive costantemente a un periodo di saldi sia per quanto riguarda il personale sia per il materiale audio ,luci e video che si mette in campo. E questo fa male perchè ci si scontra con agenzie di produzione e vendita spettacoli che sembrano non capire che dall altra parte del telefono c’è un professionista che ha dedicato la vita ad una sua formazione professionale e ora e paragonato ad un individuo da torchiare e da mettere con le spalle al muro. Questo è CIò che si sta vivendo adesso,in questo marasma per un ragazzo che voglia accostarsi professionalmente a questo mestiere risulta difficile avere confronti etici e lavorativi precisi e formativi, in un momento dove va bene tutto ed è difficile centrarsi sul Verbo del Teatro“.




Enrico Ruggeri @ PEM!

di Stefano Intravigne (foto e testo)

Un lungo e caloroso applauso quello che domenica 13 settembre ha accolto sul palco di PEM, Parole e musica in Monferrato, il “signore della canzone” Enrico Ruggeri.

Sulla piazza di Lu Cuccaro Monferrato, il pubblico perfettamente organizzato secondo le disposizione vigenti in materia di Covid, ha assistito a due ore di storia della musica italiana. Il cantante milanese durante l’incontro-intervista condotta dal direttore artistico di PEM, il giornalista Enrico Deregibus, ha parlato della sua musica partendo dagli esordi con la sua primissima band progressive ai tempi delle scuole, i “Josafat”, soffermandosi su quella che fu la pagina più importante della sua carriera musicale, l’esordio nella musica professionistica con i “Decibel”, fino ad arrivare alle sue canzoni di oggi.

Ed è proprio con i “Decibel” che Ruggeri consacra quello che poi si rivelerà negli anni a venire un talento non comune nello scrivere musiche e testi.

Una bellissima intervista in cui Ruggeri racconta oltre che l’artista, anche l’uomo, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue virtù e le sue debolezze.

I suoi racconti, intervallati da alcuni dei suoi brani che, sottolineano i concetti espressi con le parole, coinvolgono un pubblico letteralmente rapito e affascinato dal carisma del “Rouge”, che sa concentrare in un viaggio musicale lungo appena due ore, quarant’anni di carriera.

Ed è proprio quest’anno che il suo cavallo di battaglia “Contessa”, portata al successo insieme ai “Decibel” compie qurant’anni. Per l’occasione, Ruggeri è stato premiato con una targa commemorativa donatagli dal “Ruggeri Fan Base” consegnatogli da una delle amministratrici del club, Titti Magrin. Una parentesi a sorpresa che ha piacevolmente colpito “il Rouge”.

Da sottolinere i momenti musicali proposti, durante i quali Ruggeri, accompagnato al piano da Francesco Luppi, ha proposto al pubblico canzoni come “Nuovo swing”, “Il mare d’inverno” portato al successo da Loredana Bertè, “Quello che le donne non dicono”, il brano che Fiorella Mannoia ha reso unico e poi ancora successi più recenti come “Mistero”, “Peter Pan” e ovviamente l’immancabile “Si può dare di più” brano portato sul palco dell’Ariston con Gianni Morandi e Umberto Tozzi che vinse Sanremo nel 1987.

Ruggeri ha voluto congedarsi dal pubblico proprio con la sua “Contessa” il brano che tutti aspettavano fin dall’inizio, ma cha come sottolineato da lui stesso, avrebbe tenuto come bis della serata e che ovviamente tutto il pubblico ha poi cantato all’unisono.

Un grande artista per una splendida serata.

Ecco la photogallery!




Roy Paci @ PEM!

di Elia Cattaneo (foto)

Martedì 17 settembre 2019 è salito sul palco di Parole e Musica in Monferrato Roy Paci. Il trombettista siciliano è stato intervistato magistralmente dal giornalista Enrico Deregibus. Il pubblico numeroso ed entusista ha seguito attentamente il botta e risposta per carpire e capire qualche cosa in più dell’uomo e dell’artista. Non sono mancati i momenti divertenti in cui mettendosi a cantare Roy non si ricordava il testo della canzone “Augusta”. Così si è fatto costruire un gobbo di fortuna scritto sul retro delle locandine del PEM!: tutto ovviamente fatto con professionalità e maestria di chi sa tenere il palco. Tra gli altri brani eseguiti “Malarazza” ed una accattivante versione di “Beautiful like a sunshine”. Musicalmente impeccabile, a livello canoro quasi in stile “buscaglioniano” accompagnato dal pianista Antonio Amabile, mentre alla tromba ed al flicorno, straordinariamente… Roy Paci.
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Marina Rei @ PEM!

di Stefano Introvigne (foto) e Gianluca Talento (foto copertina, testo)

Martedì 10 settembre 2019 è salita sul palco del PEM! Marina Rei. Intervistata dal giornalista Enrico Deregibus, ha raccontato la genesi della sua passione musicale, parlando dei genitori che hanno entrambi solcato in modo differente il mondo della musica: il milieu che ha permesso alla cantautrice romana, unitamente al suo gusto personale ed alla sua voglia di fare musica, di diventare quella che noi tutti oggi conosciamo. Il racconto si è articolato in varie fasi, dalle prime band formate, ai primi successi, dalla sua prima partecipazione a Sanremo, fino alle indiscrezioni sul suo ultimo album, attualmente in lavorazione. C’è stato spazio anche per la musica in cui ha eseguito accompagnandosi con la chitarra alcuni brani, aprendo il mini concerto con “Noi”, “Donna che parla in fretta” e chiudendo il live con “Un inverno da baciare”. Dalla serata è uscita fuori la shape di un’artista intelligente, colta, semplice, a tratti divertente e quasi comica, la ragazza della porta accanto che arriva in città col treno e poi quando si fa una certa ora si ferma a parlare ancora un po’, saluta e se ne va: umana nei gesti, divina nella sua vocalità.
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The Zen Circus @ PEM!

di Gianluca Talento (testo e foto)

Domenica 25 Agosto 2019 si è aperta nella prestigiosa location del parco della torre a San Salvatore Monferrato (AL), la 14^ rassegna di “PEM! Parole e Musica in Monferrato”. Sono saliti sul palco The Zen Circus per una intervista/mini concerto. Presente una delegazione della band toscana, Massimiliano “UFO DJ” Schiavelli (basso) e Andrea Appino (voce e chitarra). La serata è stata condotta dal giornalista Enrico Deregibus che ha subito messo a proprio agio gli ospiti, i quali in modo scherzoso ed irriverente, hanno raccontato la storia del gruppo dagli esordi, 20 anni fa esatti, fino all’esperienza sanremese di quest’anno, tra racconti divertenti, situazioni semiserie ed analisi introspettive, profonde circa il proprio operato come gruppo e come individui.
Ciò che ne è venuto fuori è uno spaccato interessante di persone che vogliono stare insieme per fare musica, per dare qualcosa agli altri per sentirsi utili regalando emozioni: “Partiti dalla provincia, per ritornare alla provincia” dice Massimiliano, riconducendo l’attenzione non al piacere del successo, di chi ce l’ha fatta, ma al viaggio che li ha fatti tornare nella loro amata provincia toscana, con nuove consapevolezze, mantenendo quel legame alla terra ed alle tradizioni con gli amici ed i parenti di sempre.
Appino si è soffermato sulla produzione, il suo fiume di canzoni, demo improvvisate, imbastite ed inviate tramite posta elettronica, social o altra diavoleria elettronica ai “colleghi”: non solo un grande lavoro per esprimersi, ma un’espressione di forte legame fraterno pieno di fiducia bidirezionale che ha portato grandi risultati in quanto oggetto, ad ogni canzone ultimata, di un vero e genuino lavoro di squadra.
Non sono mancate giustamente le canzoni, un sestetto di successi pescati a caso dal repertorio “zencircuissiano”, che hanno scaldato l’atmosfera della serata, chiudendo la serie con “Viva” cantata praticamente da tutti i presenti con “Chitarra, basso e pubblico” ha sottolineato ancora scherzosamente Schiavelli.

 

I brani interpretati:
1° set: “Catene”, “L’egoista”, “Canta che ti passa”
2° set: “L’anima non conta”, “Figlio di puttana”
Bis: “Viva”

Ecco la photogallery!

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