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Grande attesa domani, 1° aprile, del secondo appuntamento su Twich con Enrico Ruggeri

di Gianluca Talento (Testo) e Maria A. Magrin (Ruggeri Fan Base – domande)

Dopo la prima puntata di questo “Esperimento paarticolare” come dice Enrico Ruggeri non vediamo l’ora di essere partecipi al secondo appuntamento. Il primo si è tenuto sulla piattaforma Twich il 25 marzo scorso (ore 19.00 ndr), giorno del compleanno di un suo storico vecchio collaboratore: il bassista Fabrizio Palermo, come lo stesso Rouge sottolinea. Il progetto denominato sulla pagina “Quattro chiacchiere – Live” sintetizza già lo spirito con cui Enrico si approccia al pubblico ed ai suoi fans: schietto, sincero, diretto, senza mezzi termini, una fotografia dell’argomento trattato che porta subito lo spettatore a creare quell’effetto cinema nella testa, che fa entrare nel racconto. Ruggeri nella prima puntata parte subito facendo un bellissmo cappello introduttivo di quando venne per la prima volta usata la parola “Rock ‘n’ Roll”. Da lì come una time line vivente percorre una serie di tappe fondamentali che hanno portato il Rock a rotolare nel tempo fino a calcare le scene dell’ultimo Festival di Sanremo. Fa anche riferiemento alla trasformazione dei cantautore ed alla loro figura un po’ slavata di come vengono tritati in termini generali, oggi, dal sistema massmediatico. Coivolge i fruitori dello streaming e porta all’attivo un’ora circa di trasmissione in cui il punto cardine è il pubblico: sia come scelta degli argomenti per i futuri incontri sulla piattaforma, sia per lo spazio alle domande. Proprio su questo noi ci vogliamo soffermare, utilizzanto una domanda di Maria A. Magrin, una della colonne fondamentali dell’Enrico Ruggeri Fan Base. Vogliamo porre evidenza all’interrogativo in cui traspare Enrico Ruggeri uomo e in cui passa tutto il vissuto di cantautore: uomo tra gli uomini col la voglia di progettare e di portare a compimento ciò che intende realizzare:

  • Maria A. Magrin: Come gestisci le paure?

  • Ruggeri: Forse io non ho paura di niente (ricalcando la domanda che gli fu fatta da un suo storico collaboratore), perchè sono uno che non si entusiasma particolarmente sui trionfi e non si deprime particolarmente sulle sconfitte, per cui, francamente, affronto tutto quello che succede.

    Una volta avevo paura della morte, ma, ovviamente andando avanti con gli anni è una sensazione con cui devi convivere: certo quel momento non mi farà piacere, però non ho paura.

    La considero, come dire, una disdetta enorme: mi dispiace, ho il timore di avere più idee rispetto al tempo che avrò per metterle in pratica”.

Proprio sull’onda di questa visione non vediamo l’ora di ascoltare i tanti racconti, aneddoti e punti di vista su cui Enrico Ruggeri vorrà mettere il focus, magari indirizzato dai suoi ascoltatori o da chi si collegherà al suo canale. Comunque sia, non possiamo mancare.




Enrico Ruggeri @ PEM!

di Stefano Intravigne (foto e testo)

Un lungo e caloroso applauso quello che domenica 13 settembre ha accolto sul palco di PEM, Parole e musica in Monferrato, il “signore della canzone” Enrico Ruggeri.

Sulla piazza di Lu Cuccaro Monferrato, il pubblico perfettamente organizzato secondo le disposizione vigenti in materia di Covid, ha assistito a due ore di storia della musica italiana. Il cantante milanese durante l’incontro-intervista condotta dal direttore artistico di PEM, il giornalista Enrico Deregibus, ha parlato della sua musica partendo dagli esordi con la sua primissima band progressive ai tempi delle scuole, i “Josafat”, soffermandosi su quella che fu la pagina più importante della sua carriera musicale, l’esordio nella musica professionistica con i “Decibel”, fino ad arrivare alle sue canzoni di oggi.

Ed è proprio con i “Decibel” che Ruggeri consacra quello che poi si rivelerà negli anni a venire un talento non comune nello scrivere musiche e testi.

Una bellissima intervista in cui Ruggeri racconta oltre che l’artista, anche l’uomo, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue virtù e le sue debolezze.

I suoi racconti, intervallati da alcuni dei suoi brani che, sottolineano i concetti espressi con le parole, coinvolgono un pubblico letteralmente rapito e affascinato dal carisma del “Rouge”, che sa concentrare in un viaggio musicale lungo appena due ore, quarant’anni di carriera.

Ed è proprio quest’anno che il suo cavallo di battaglia “Contessa”, portata al successo insieme ai “Decibel” compie qurant’anni. Per l’occasione, Ruggeri è stato premiato con una targa commemorativa donatagli dal “Ruggeri Fan Base” consegnatogli da una delle amministratrici del club, Titti Magrin. Una parentesi a sorpresa che ha piacevolmente colpito “il Rouge”.

Da sottolinere i momenti musicali proposti, durante i quali Ruggeri, accompagnato al piano da Francesco Luppi, ha proposto al pubblico canzoni come “Nuovo swing”, “Il mare d’inverno” portato al successo da Loredana Bertè, “Quello che le donne non dicono”, il brano che Fiorella Mannoia ha reso unico e poi ancora successi più recenti come “Mistero”, “Peter Pan” e ovviamente l’immancabile “Si può dare di più” brano portato sul palco dell’Ariston con Gianni Morandi e Umberto Tozzi che vinse Sanremo nel 1987.

Ruggeri ha voluto congedarsi dal pubblico proprio con la sua “Contessa” il brano che tutti aspettavano fin dall’inizio, ma cha come sottolineato da lui stesso, avrebbe tenuto come bis della serata e che ovviamente tutto il pubblico ha poi cantato all’unisono.

Un grande artista per una splendida serata.

Ecco la photogallery!