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A 25 anni di distanza dal primo progetto solista, GARY KEMP torna con “AHEAD OF THE GAME”, il nuovo singolo, da oggi disponibile in digitale, che anticipa l’album di inediti “INSOLO” in uscita il 18 giugno

di info@paroleedintorni.it –

Il leggendario chitarrista, tastierista e autore degli Spandau Ballet e voce del gruppo Nick Mason’s Saucerful of Secrets

GARY KEMP

TORNA CON IL PRIMO PROGETTO DA SOLISTA IN 25 ANNI

DA OGGI DISPONIBILE IN DIGITALE IL SINGOLO

“AHEAD OF THE GAME”

CHE ANTICIPA IL NUOVO ALBUM DI INEDITI

“INSOLO”

IN USCITA IL 18 GIUGNO

in digitale, CD, e vinile

e già in pre-order

https://SMI.lnk.to/InSolo

È uscito oggi “Ahead Of The Game” nuovo singolo di GARY KEMP, chitarrista, tastierista, autore degli Spandau Ballet e voce del gruppo Nick Manson’s Saucerful of Secrets.

Il brano è il primo estratto da “INSOLO”, il secondo progetto in studio da solista del cantautore, in uscita il 18 giugno e già in pre-order (https://SMI.lnk.to/InSolo).

Il disco sarà disponibile in digitale, CD e vinile.

A proposito di “Ahead Of The Game”, traccia caratterizzata da sonorità in stile anni ‘70, Gary commenta: «Richard Jones ha aggiunto il basso. A parte essere un amico, Richard è un incredibile musicista, ho già lavorato con lui in passato, quindi non abbiamo fatto fatica a capirci. Amo la fine degli anni ‘70 e ho sentito parte delle influenze musicali di quel periodo in questa canzone. Nel realizzare le seconde voci dell’album i miei riferimenti sono sempre stati quelli di quell’epoca, come Wings, 10cc e Supertramp».

A 25 anni di distanza dal suo debutto solista con “Little Bruises, Gary Kemp ha scritto e prodotto un album che si basa su due temi predominanti: il paradosso della solitudine in un paesaggio urbano e la sua crescente ossessione per il passato e di come quest’ultimo sia in grado di influenzare il nostro presente.

Alla domanda sul perché abbia deciso di realizzare un disco solista proprio ora, Gary risponde: «È la fiducia in me stesso. Suonare in giro per il mondo con Nick Mason, mi ha permesso di acquistare la credibilità come chitarrista e cantante che non ho mai avuto con gli Spandau Ballet. Questo mi ha permesso di realizzare il mio disco. Ormai, giunto a quest’età, sento la necessità di capire i problemi presenti nel mondo e nella mia vita e l’unico modo per farlo è attraverso la terapia personale dello scrivere canzoni».

Gary Kemp, ha suonato tutte le chitarre presenti in “INSOLO”, Guy Pratt (Pink Floyd, David Gilmour) i bassi, ad esclusione dei brani “Ahead of the Game” e “Too Much”, di cui si è occupato Richard Jones dei The Feeling, e di “Waiting for the Band”, a cura del fratello di Gary, Martin Kemp.

Ash Soan (Seal, Adele, Rod Stewart, Trevor Horn) ha suonato la batteria in “Ahead of the Game”, “I Am the Past”, “The Fastest Man in the World”, “The Haunted” e “Our Light”, nei brani “In Solo” e in “I Remember You” invece la batteria è di Ged Lynch (Peter Gabriel, Electronic, Goldfrapp), che ha registrato le percussioni in “The Haunted”, “In Solo” e “I Remember You”. Roger Taylor dei Queen ha suonato la batteria nel brano “Too Much”.

Il corno francesce in “In Solo”, “Too Much” e “I am the Past” è a cura di Matt Clifford (The Rolling Stones, Mick Jagger), il sax in “Waiting for the Band” è stato suonato da Theo Travis (Soft Machine, David Gilmour, Steven Wilson), mentre Lily Carassik (Modern Nature) è la tromba in “I Remember You”. Lee Harris, compagno di band di Gary nei Saucerful, ha suonato la chitarra lap steel in “A Rumour Of You”.

Questa la tracklist di “INSOLO”:

In Solo (6:23)
A Rumour of You (5:36)
Waiting for the Band (5:28)
Ahead of the Game (3:53)
I Remember You (3:47)
Too Much (4:15)
The Fastest Man In the World (4:29)
I am the Past (4:36)
The Feet of Mercury (3:32)
The Haunted (6:02)
Our Light (4:06)




Stef Burns @ Casa Mia Club

di Sandra Pecchioli (testo) e Guido Nardacci (foto)

Giovedì 30 gennaio 2020, anzi venerdì 31…ore 2
Difficile addormentarsi stasera, ho ancora in circolo l’adrenalina a mille, a causa (o per fortuna, direi) dell’evento al quale ho assistito poche ore fa, il concerto di Stef Burns, chitarrista celeberrimo di mostri sacri della musica come Alice Cooper, Huey Lewis e The News, i Berlin e ovviamente musicista storico di Vasco. Si è svolto in un piccolo ma accogliente locale nel centro di Genova, il Casa Mia Club, adattissimo per la buona acustica a concerti di questa portata.

Ad aprire la serata si presenta una band di giovanissimi genovesi, gli Horus Black ( che poi ho scoperto essere il nome del cantante, che si trucca un solo occhio come la divinità egizia), molto apprezzati per il loro repertorio rock and roll, stile Elvis, anche grazie al cantante, baritono, che chiude la loro performance con un’intensa “My Way”, che non preludia affatto a ciò che si presenterà a breve su quello stesso palco.

Difatti di lì a poco, entra Lui, affiancato da una serie di musicisti, nell’ordine :

Simone Borsellini (voce), Marco Pendola (batteria), Davide Garbarino (tastiere), Simone Terigi (chitarra), Nicola Stiaccini (basso) e poi Lui: Stef. Imbraccia la chitarra, saluta con un cenno, parte ed è un delirio collettivo.

Senti il cuore che pulsa forte, i peli delle braccia ti si alzano dritti, come aver preso la scossa. Il “Power of love” di Huey Lewis and the News risuona fra le quattro mura del Club; a ruota “Voodoo child” di Hendrix e “I want it all” dei mitici Queen fanno esplodere un boato di energia, che non si placa nemmeno quando attacca la più ben soft “Little Wing” dello stesso Jimy, che crea un’atmosfera eterea, rotta solamente dall’assolo da brivido di Burns, che ti fa odiare di non aver mai ascoltato tua madre da piccola, quando ti consigliava di imparare a suonare uno strumento…Cavolo, se avessi imparato, adesso non lo starei invidiando per la bravura e la “semplicità apparente” che sta dimostrando nel far scivolare le dita su quelle corde pizzicandole, tirando fuori suoni da estasi e lacrime appese.

E poi il locale esplode: “You shook me all night long” dei mitici AC/DC trascina il pubblico che la canta a squarciagola, mentre io intenta a fare un video, dopo poco ci rinuncio perché tanto sarebbe sembrato girato durante una scossa di terremoto del settimo grado della scala Ritcher…

A questo punto, chiama un amico sul palco, il genovese Roberto Tiranti, ed insieme tirano fuori due perle, “Still got the blues” di Gary Moore e “Can’t find my way Home” di Steve Winwood. C’è grande feeling fra i due, chitarra e voce si penetrano ed incantano il pubblico;

Con “Creep” dei Radiohead rammenta il suo legame con Vasco, vedi “Ad ogni costo”, brano scritto sulla musica e metrica del primo, fino a tirar fuori brani dei Ramones (“I wanna be sedated”) e di Billy Idol (“Rebel Yell”), per poi sublimarci con “Comfortably Numb”dei Pink Floyd e concludere con “My generation” degli Who.

Stef Burns: non un chitarrista, ma IL CHITARRISTA, o almeno uno dei migliori in assoluto, oserei dire senza paura di smentite. E torni a casa sentendo dentro te che hai assistito a qualcosa di Speciale.

Ecco la photogallery!