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“Madre Courage e i suoi figli” @ Teatro Civico di Tortona

di Paola Dellagiovanna (testo e foto copertina)

Il capolavoro di Bertolt Brecht “Madre Courage e i suoi figli” è il quinto spettacolo della rassegna di prosa del Teatro Civico di Tortona, andato in scena sabato 30 novembre. La versione del capolavoro brechtiano proposta dal regista Paolo Coletta ha forti componenti musicali. Sul palco parola, corpo e musica si fondono per ritrarre un’umanità che somiglia al nostro presente. Il tema è ancora molto attuale, nonostante il testo originale sia stato scritto pochi anni prima della Seconda Guerra Mondiale (1938). La traduzione è di Roberto Menin e gli interpreti sono Maria Paiato (una fantastica Madre Courage), Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Tito Vittori, Mario Autore, Ludovica D’Auria, Francesco Del Gaudio; musica di Paul Dessau, scene di Luigi Ferrigno, costumi Teresa Acone, light designer Michelangelo Vitullo, produzione Società per Attori e Fondazione Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. La drammaturgia musicale è di Paolo Coletta che sul capolavoro di Brecht dice «Un’opera di contraddizioni e antinomie, a partire dalla principale, secondo cui Madre Courage si sforza di proteggere i suoi figli dalla guerra, ma li perde inesorabilmente uno dopo l’altro. In che modo è responsabile di ciò? Anna Fierling si chiama Courage: ma è davvero una donna coraggiosa o, piuttosto, una codarda? Le risposte possibili in questo testo riguardano chi ha e chi non ha, chi prende le decisioni e chi deve eseguirle». La storia è ambientata in un tempo distopico, dove l’essere umano è capace di abituarsi addirittura alla sua stessa fine ovvero alla morte a causa della guerra, Madre Courage è sopravvissuta fra i sopravvissuti. Per riproporre una nuova versione dell’opera, Coletta ha recuperato ed elaborato i materiali riguardanti la composita partitura di “Madre Courage e i suoi figli” a partire dall’edizione del 1941.